Come l’età influenza il sonno

Sperimentare cambiamenti rispetto alla qualità e alla durata del sonno è fisiologico per gli anziani, nei quali, in virtù del normale processo di invecchiamento, possono interrompersi i consueti ritmi circadiani, influenzando direttamente il ciclo sonno-veglia.

Secondo diverse ricerche condotte in materia, anche le ore di luce influiscono sui ritmi circadiani; a questo proposito, occorre sottolineare che solitamente gli anziani sono meno esposti all’azione benefica della luce naturale, perché trascorrono più tempo in casa. La situazione, poi, è particolarmente delicata nel caso delle persone anziane ricoverate in case di riposo, che magari hanno minori opportunità di stare all’aria aperta durante il giorno rispetto ad altri coetanei.

Un altro fattore che può influenzare la durata e la qualità del sonno negli anziani è legato alla produzione di melatonina, l’ormone del sonno, che, invecchiando, diminuisce.

Gli anziani hanno bisogno di dormire di meno?

Quando si parla di anziani e sonno, uno dei miti da sfatare riguarda il fatto che le persone anziane abbiano bisogno di dormire di meno. Se una persona anziana fatica a prendere sonno o comunque lamenta l’insorgenza di disturbi del sonno, non è detto per questo che abbia bisogno di poche ore di riposo per stare bene. Al contrario, secondo fonti come la National Sleep Foundation – una delle realtà più importanti a livello globale per la promozione dell’importanza del sonno – gli over 65 dovrebbero dormire dalle 7 alle 8 ore per notte, esattamente come raccomandato alle persone adulte, anche più giovani. Diverso è invece il caso di bambini e adolescenti, che invece necessitano di più ore di sonno. In altri termini, è vero che con il progredire dell’età si dorme di meno, ma comunque sempre attorno alle 8 ore per notte, anche da anziani.

I fattori che possono ridurre la qualità del sonno negli anziani

Premesso che le ore di sonno negli anziani dovrebbero essere quelle raccomandate anche alle persone di 30, 40 o 50 anni, molti over 65 rilevano disturbi del sonno con il passare degli anni. In effetti, esistono fattori che possono avere un’influenza diretta sul sonno degli anziani; tra questi, oltre a una ridotta produzione di melatonina e l’interruzione dei regolari ritmi circadiani, vanno inclusi:

  • Il fatto di svegliarsi di notte, che può essere dovuto sia a necessità fisiche, come per esempio andare alla toilette, sia alla stessa architettura del sonno degli anziani, che con l’età cambia: gli over 65, infatti, presentano un tempo ridotto di sonno profondo, il che li porta a frequenti risvegli notturni e, di conseguenza, a un sonno frammentario e poco riposante.
  • Fare la siesta pomeridiana, un’abitudine che, secondo i dati, ha circa il 25% degli anziani, contro l’8% delle persone più giovani. Sebbene un breve sonnellino postprandiale, secondo gli esperti, possa avere effetti benefici, dormire a lungo al pomeriggio può avere invece ripercussioni negative sul riposo notturno.
  • Maggiori difficoltà a ripristinare gli schemi del sonno quando si presenta un cambiamento, come per esempio il passaggio all’ora legale o il jet lag.